Villa Marigola, nata con ogni probabilità come casa di campagna del marchese Gaetano Ollandini, sponente della nobiltà sarzanese, è situata sull'omonimo promontorio, alle pendici del monte Canarbino, in una zona fortemente suggestiva affacciata sulla baia di Lerici o dei Poeti. Il palazzo, edificato sul finire del XVIII secolo su un falsopiano fatto realizzare dai proprietari per ottenere la massima superficie pianeggiante, era a quel tempo il centro di una vasta tenuta agricola, attiva nella produzione di olio e di vino. Dagli Ollandini l'intero possedimento, comprensivo di gran parte del colle e della sottostante villa Magni, passò nel 1834 alla famiglia Gervasi, che la rivendette, a soli due anni di distanza, al marchese Silvio Alli Maccarani. Nel 1888 la tenuta venne frazionata per estinguere un'ipoteca: Augusto Alli Maccarani la cedette quasi completamente, a esclusione del palazzo della marina (ex villa Magni) e del terreno circostante, al banchiere inglese sir Reginald Pearse, il quale fece ampliare la superficie dell'edificio padronale, che cominciò ad assumere la fisionomia attuale. Il completamento della ristrutturazione fu affidato (presumibilmente dopo il 1931) all'architetto Franco Oliva, a cui il nuovo proprietario, l'ingegnere navale Gio Battista Bibolini di Lerici, subentrato ai Pearse nel 1926, commissionò un nuovo intervento, che portò all'aspetto odierno della villa. Dal 1979 la splendida dimora di Marigola è proprietà della Cassa di Risparmio della Spezia ed è sede di un moderno centro studi, che può ospitare seminari e convegni. Il giardino, che nel corso degli anni ha subito numerose modifiche, sia per i continui cambi di proprietà che per una serie di mutamenti territoriali (fra i quali la costruzione della strada costiera che collega Lerici a San Terenzo), può essere diviso in due settori: quello ornamentale, formato da un elegante giardino all'italiana, e quello naturalistico o a bosco, che occupa l'area retrostante la villa. Entrambi sono costituiti da una parte ottocentesca e da una novecentesca. La zona ottocentesca del settore ornamentale, nelle immediate vicinanze del palazzo, è arredata con due parterre: il primo, di forma quadrata con aiuola centrale, è situato di fronte al porticato; il secondo, ornato con una fontana in marmo statuario di Carrara scolpita tra il 1840 e il 1870, è invece collocato sul lato verso San Terenzo. Una grande aiuola rotonda, con al centro un vaso di marmo e circondata da altre quattro piccole aiuole circolari decorate con sculture a soggetto mitologico, costituisce invece l'elegante parterre dell'area novecentesca, che occupa la restante parte del pianoro su cui si affaccia l'edificio. Nel settore naturalistico, si segnala il gruppo dei sempreverdi che ombreggiano la piccola zona pianeggiante del giardino di Böklin. Quest'area, molto probabilmente voluta dai Pearse, è posta al di sotto di una sponda rocciosa ed è arredata con un parterre che conduce il visitatore verso la villa. In posizione più elevata si trova il novecentesco parco all'inglese, solcato da viali longitudinali che offrono vedute del palazzo e della Torretta (un tempo parte integrante della tenuta, oggi fondale di uno degli assi del giardino), e da un sentiero che conduce al belvedere affacciato sul Golfo dei Poeti. Una spianata, con al centro un parterre stellato arredato con una copia della Venere italica del Canova, lo separa dalla villa. Infine, la zona a bosco occupa l'intera porzione del promontorio della Marigola, scendendo con pini e lecci o con terrazze coltivate a ulivi fino al mare.