È una nuova realtà artistica, allestita nel cuore del centro storico cittadino, che accoglie opere di artisti napoletani e non, provenienti da un patrimonio ecclesiastico non accessibile precedentemente al pubblico. L'esposizione è articolata su due piani: il piano terra, dove si ammirano le opere custodite nella chiesa di Santa Maria Donnaregina Nuova, e il primo piano organizzato in sale espositive. L'interno della ex chiesa monastica ha una struttura semplice a navata unica e sei cappelle laterali, completamente rivestite di affreschi e marmi policromi che conferiscono all'insieme un senso di raffinata ed esuberante preziosità. I temi iconografici della decorazione vertono sull'immagine della Madonna e dell'Ordine francescano, come gli affreschi firmati da Francesco de Benedictis (1654) che ricoprono la volta. L'altare maggiore fu realizzato sulla base di un disegno donato nel 1700 alla badessa Caterina Pignatelli da Francesco Solimena, il quale aveva da poco ultimato anche gli affreschi con le Storie di San Francesco sul coro superiore, alle spalle dell'altare, e quello, scenograficamente aperto verso gli illusionismi della pittura barocca, sopra il presbiterio, raffigurante San Francesco e il miracolo delle rose. Ai lati dell'altare si notano due gigantesche tele del pittore barocco Luca Giordano, Le nozze di Cana e Il miracolo della moltiplicazione dei pani. Tra i dipinti di maggior pregio custoditi nell'edificio, la Decollazione di San Gennaro di Mattia Preti, nel comunichino delle monache, l'Immacolata con i Santi di Francesco Solimena nella sacrestia e le due tele (1646) del pittore francese Charles Mellin, l'Immacolata Concezione e l'Annunciazione nella prima cappella sinistra, opera quest'ultima che, con quel misterioso fascio di luce diretto dall'alto solo alla Vergine, lasciando in ombra le altre figure, ha tutto il "pathos" di una scena teatrale. Accanto alle opere esposte nella chiesa, il percorso museale presenta nei matronei del primo piano e negli antichi coretti delle monache un'esposizione di opere sacre aggregate per temi significativi della fede cristiana vissuta come imitazione di Cristo. Con tavole e tele dei secoli XVI e XVIII, tra gli altri, di Francesco Solimena, Luca Giordano, Massimo Stanzione e Andrea Vaccaro, e una preziosa collezione di sculture lignee, tessuti e manufatti lapidei e di oreficeria, come la rara stauroteca di San Leonzio del XII secolo, custode di un frammento della Croce del Cristo, in oro filigranato, argento cesellato, gemme, perle e smalti, e il Collare di San Vincenzo Ferreri, frutto dell'assemblaggio dei preziosi (XIX e XX secolo) donati dai fedeli al santo venerato nella basilica di S. Maria della Sanità.