A lato della basilica di S. Lorenzo si trova un’architettura particolarmente affascinante, fra le realizzazioni più riuscite del genio di Michelangelo. La si raggiunge al di là di un ampio chiostro, realizzato nel 1475 da Filippo Brunelleschi, che dà accesso anche al Tesoro della chiesa.<br>I lavori per la biblioteca laurenziana iniziarono nel 1524. Non furono conclusi però da Michelangelo ma, nel 1568, da Bartolomeo Ammannati e da Giorgio Vasari.<br>Nell’alto vestibolo spicca il contrasto tra la pietra viva delle strutture architettoniche potentemente scolpite e il bianco uniforme degli intonaci.<br>La splendida scala in pietra, realizzata da Ammannati nel 1559, si impone alla vista con i gradini curvi della rampa centrale: anch’essa è su modello di Michelangelo, che l’aveva però prevista in legno.<br>Al piano superiore si trova la sala di lettura, progettata da Michelangelo anche nel soffitto ligneo a scomparti, nei banchi di legno con leggio, nel decoro del pavimento in terracotta. Il disegno delle vetrate, opera di artisti fiamminghi, è invece di Vasari.<br>La biblioteca accoglie la più importante raccolta di manoscritti che esista in Italia, ‘avviata’ da Cosimo il Vecchio e giunta al massimo splendore con Lorenzo il Magnifico: sua fu l’idea di questa ‘biblioteca pubblica’, realizzata dal nipote Giulio: papa Clemente VII.<br>Alla sala è collegata la Tribuna D’Elci, un elegante ambiente circolare realizzato nei primi decenni dell’800 su progetto di Pasquale Poccianti. È una ‘replica’ neoclassica ai motivi degli ambienti di Michelangelo, e accoglie la collezione di prime edizioni a stampa di autori classici.