Il museo è frutto del collezionismo archeologico di Mauro Faina e del nipote Eugenio, iniziato a partire dal 1864. La collezione vanta una ricca serie di buccheri, bronzi, monete e capolavori dell'oreficeria antica e della pittura vascolare, sia greca che etrusca, provenienti in prevalenza dal territorio orvietano, per un arco di tempo che va dall'età arcaica fino a quella ellenistica.<br>Al piano terreno sono esposti i materiali del Museo civico archeologico, con la cosiddetta Venere di Cannicella (530-520 a.C.), singolare divinità nuda; e il sarcofago etrusco (fine IV secolo a.C.), con larghe tracce di policromia e bassorilievi. Al primo piano è stata allestita la Mostra permanente «Gli ori dei Faina», con gioielli databili dal VI secolo a.C. agli inizi dell'età romana. Pregevole il monetiere, che nel 1868 contava circa 3000 pezzi, di ignota provenienza. La raccolta di pittura vascolare vanta pezzi d'eccezionale valore, come la serie di vasi attici a figure nere e rosse (VI-V secolo a.C.), tra cui le tre anfore attribuite a Exechias (550-525 a.C.). La ceramica di produzione etrusca è documentata dai vasi del Pittore di Micali (VI secolo a.C.) e dai vasi del Gruppo di Vanth (320-300 a.C.). Completano la raccolta reperti preistorici e protostorici, databili dall'età eneolitica all'età del Ferro.