Aperto sin dal 1840 nell’ex convento di S. Francesco, il museo vanta una sezione archeologica e una ricca pinacoteca con opere d’arte, soprattutto d’ambito veneto, dal XII al XIX secolo. Notevole è il nucleo di tele dei Bassano e della loro scuola: di Jacopo, il più significativo degli artisti della famiglia, sono conservati ben 17 dipinti, tra cui la Fuga in Egitto, Il Battesimo di S. Lucilla e S. Giovanni Battista nel deserto. Altre opere degne di nota appartengono a Francesco Maffei, Pietro Muttoni, Alessandro Magnasco (Banchetto dei frati, Sepoltura di un trappista), Marco Ricci, Pietro Longhi e Gian Domenico Tiepolo; buona anche la collezione dell’arte dell’Ottocento italiano, che spazia da Francesco Hayez a Medardo Rosso. Legata alla storia della città è la raccolta di stampe della tipografia Remondini, che tra il XVII e il XIX secolo allargò la propria attività ben oltre i confini nazionali e una significativa raccolta di disegni, tra i quali 2.000 fogli di Antonio Canova. Completano il quadro espositivo un lapidario (reperti dal territorio bassanese), manufatti preistorici, romani (bronzi e materiale fittile), la collezione Chini che espone ceramiche greche e apule dal IV al III secolo a.C., una ricca raccolta di ceramiche, prevalentemente delle manifatture di Bassano e Nove, il gabinetto numismatico e una sezione storica bassanese. Una sezione è anche dedicata al baritono bassanese Tito Gobbi, che nel 1979 donò al Comune cimeli teatrali e costumi