Allestita in alcuni locali adiacenti al teatro comunale, consente di compiere un viaggio nell’arte pittorica meridionale. Le opere esposte sono suddivise in due gruppi: al primo appartengono quelle dei secoli XV-XIX, un tempo ospitate nel Museo archeologico nazionale; le altre, dei secoli XIX-XX, provengono da collezioni private di nobili famiglie reggine e da enti pubblici. Tra i dipinti antichi spiccano le tavolette con S. Girolamo penitente e I tre angeli apparsi ad Abramo, opere giovanili di Antonello da Messina che confermano i chiari influssi dell’arte fiamminga nelle opere del maestro siciliano. Si segnalano poi la grande tela con il Ritorno del figliol prodigo di Mattia Preti, Cristo e l’adultera di Luca Giordano, due paesaggi di Salvator Rosa e tele settecentesche di Vincenzo Cannizzaro. Ben rappresentate le stagioni artistiche dell’Ottocento e del primo Novecento, con una tela di Andrea Cefaly raffigurante un Episodio della battaglia del Vulturno del 1860, due grandi paesaggi di Giuseppe Benassai (La quiete, 1868; Aspromonte, 1869), interessante artista nato a Reggio di Calabria, alcune vedute del pittore paesista reggino Ignazio Fieschi e il Cantico dei Cantici del cosentino Enrico Salfi. Tra le sculture si segnalano la Nasside di Locri, busto in marmo di Francesco Jerace, e opere donate dallo scultore calabrese Alessandro Monteleone. Nella sezione dedicata al Novecento calabrese è esposto anche un disegno a china di Renato Guttuso dedicato ai pescatori di pesce spada (1949).