Inaugurato nel febbraio 2004 e in continuo ampliamento, il museo dispone, per il momento, di tre sale: collezione Rosati (sezioni preistorica e protostorica) costituita da una raccolta di materiale recuperato durante gli scavi effettuati alla fine dell’Ottocento, a opera dell’ingegner Vincenzo Rosati, nei cunicoli di porta Cappuccina, nelle piscine romane sotto il Palazzo Ducale e la cattedrale, nel tempio romano e nelle necropoli protostoriche di colle della Giustizia e della Pretara; sezione preistorica, dedicata alla Preistoria del territorio abruzzese con strumenti in selce e osso, vasi in argilla depurata, ceramica dell’età del Rame, asce in bronzo e ceramica dell’età del Bronzo finale e della prima metà del Ferro, variamente decorata; sezione protostorica «Edoardo Brizio», sicuramente la più suggestiva grazie all’esposizione di due sepolture integre scavate nei primi del Novecento. Raccoglie i risultati delle ricerche condotte dalla direzione degli scavi d’Antichità per l’Emilia e le Marche (estesa fino alla provincia di Teramo), con reperti archeologici rinvenuti nelle 35 sepolture scavate all’epoca nelle due necropoli di Atri di colle della Giustizia e Pretara. I corredi delle sepolture esposti in vetrina, probabilmente appartenuti a due o tre nuclei familiari del VI secolo a.C., sono costituiti da teste di mazza, coltelli, punte di lancia, fuseruole, fibule in bronzo e ferro, collari, ganci, bulle, perle di pasta vitrea e conchiglie, contenitori ceramici di diversa forma e grandezza