L'ex stabilimento ‘Florio delle tonnare di Favignana e Formica‘, questo il suo nome per esteso, alla fine dell’800 era uno dei più grandi complessi industriali d’Europa, in grado di impiegare fino a 350 operai negli impianti a terra e 150 tonnaroti nella pesca. Oggi è uno straordinario monumento di archeologia industriale e insieme un luogo di memoria e produzione di cultura. Vi si ricrea, in vasti spazi a grandi archi e altissimi soffitti, l’intero mondo della tonnara intorno a cui tutto ruotava. Il primo aspetto, o piano, è quello della pesca, al tempo in cui Favignana, assieme all’isolotto di Formica e allo scoglio Maraone, fungeva da enorme boa di virata per le rotte dei tonni che alla fine della primavera si avvicinavano alle coste per riprodursi dando inizio alla mattanza. Altro piano è quello della storia di un’industria e di imprenditoria personale dei Florio, proprietari dello stabilimento fino al 1937. A un terzo aspetto, culturale, sono dedicati specifici spazi museali ricavati nei vecchi reparti dello stabilimento: negli ex magazzini della Trizzana, una mostra permanente di fotografie d’autore documenta la campagna di mattanza del 1951; nell’ex reparto Torino, installazioni audiovideo restituiscono la memoria dei tonnaroti; nella death room (ex magazzini del carbone), scene subacquee vengono proiettate su grandi schermi di tulle. Nell’Antiquarium (ex magazzini confezionamento) è esposta l’importante collezione di archeologia delle Egadi: tra ceppi di ancore e anfore di età greco-romana e punica, spicca il rostro in bronzo rinvenuto sul luogo della battaglia finale della prima guerra punica (241 a.C.), nelle acque di Levanzo.