Museo cristiano e Tesoro del Duomo
localita
Comprende due sezioni. Nella prima, dedicata al patrimonio storico-artistico longobardo, si conservano due celebri monumenti, inseriti dall’UNESCO nella lista del Patrimonio dell’Umanità.
Si tratta del battistero di Callisto, capolavoro architettonico dell’VIII secolo, in forma di edicola ottogonale con colonnine e capitelli che sorreggono archi decorati con grappoli, tralci, animali. Due iscrizioni, sopra gli archetti e nel parapetto, riportano i nomi dei patriarchi Callisto e Sigvaldo. Colonne e capitelli sono di epoca precedente (v secolo), recuperate da altro manufatto.
L’altro celebre monumento è l’ara di Ratchis, dell’VIII secolo, altare donato dal duca Ratchis, parallelepipedo in pietra carsica decorato con bassorilievi; un recente restauro ha portato alla luce le policromie originarie. Sulla faccia anteriore è scolpito il Trionfo di Cristo, sulla sinistra la Visitazione, sulla destra l’Adorazione dei magi, sulla posteriore compaiono due croci e una stella accanto all’apertura attraverso la quale si vedevano le reliquie custodite nell’interno.
Fra i due reperti di arte longobarda è collocata una cattedra patriarcale in marmo dell’XI secolo.
La seconda sezione, quella del Tesoro del Duomo, raccoglie oggetti di oreficeria e di uso liturgico, opere d’arte pittorica (tra gli autori anche il Pordenone e il Veronese) e scultorea, oltre che manoscritti e codici.
Di grande valore anche alcuni paramenti sacri esposti: la cinquecentesca pianeta Barbaro, un raffinatissimo prodotto di tessitura turca; la trecentesca mitria di S. Paolino e i paramenti secenteschi per la tradizionale Messa dello Spadone.
Si tratta del battistero di Callisto, capolavoro architettonico dell’VIII secolo, in forma di edicola ottogonale con colonnine e capitelli che sorreggono archi decorati con grappoli, tralci, animali. Due iscrizioni, sopra gli archetti e nel parapetto, riportano i nomi dei patriarchi Callisto e Sigvaldo. Colonne e capitelli sono di epoca precedente (v secolo), recuperate da altro manufatto.
L’altro celebre monumento è l’ara di Ratchis, dell’VIII secolo, altare donato dal duca Ratchis, parallelepipedo in pietra carsica decorato con bassorilievi; un recente restauro ha portato alla luce le policromie originarie. Sulla faccia anteriore è scolpito il Trionfo di Cristo, sulla sinistra la Visitazione, sulla destra l’Adorazione dei magi, sulla posteriore compaiono due croci e una stella accanto all’apertura attraverso la quale si vedevano le reliquie custodite nell’interno.
Fra i due reperti di arte longobarda è collocata una cattedra patriarcale in marmo dell’XI secolo.
La seconda sezione, quella del Tesoro del Duomo, raccoglie oggetti di oreficeria e di uso liturgico, opere d’arte pittorica (tra gli autori anche il Pordenone e il Veronese) e scultorea, oltre che manoscritti e codici.
Di grande valore anche alcuni paramenti sacri esposti: la cinquecentesca pianeta Barbaro, un raffinatissimo prodotto di tessitura turca; la trecentesca mitria di S. Paolino e i paramenti secenteschi per la tradizionale Messa dello Spadone.
Informazioni
Apertura: lunedì chiuso; martedì chiuso; mercoledì 10-13, 15-18; giovedì 10-13, 15-18; venerdì 10-13, 15-18; sabato 10-13, 15-18; domenica 10-13, 15-18; i giorni e gli orari di apertura possono subire variazioni. Apertura/Chiusura annuale: sempre aperto
Condizioni di visita: ingresso a pagamento. Possibile biglietto cumulativo
Apertura: lunedì chiuso; martedì chiuso; mercoledì 10-13, 15-18; giovedì 10-13, 15-18; venerdì 10-13, 15-18; sabato 10-13, 15-18; domenica 10-13, 15-18; i giorni e gli orari di apertura possono subire variazioni. Apertura/Chiusura annuale: sempre aperto
Condizioni di visita: ingresso a pagamento. Possibile biglietto cumulativo