Sulla piazza Arringo si affaccia il Palazzo Comunale, complesso di edifici di origine medievale unificati dietro una facciata barocca con portico a cinque arcate. Qui ha trovato allestimento la Pinacoteca Civica, istituita nel 1861 per custodire le opere d’arte degli ordini religiosi soppressi e nel tempo arricchitasi attraverso donazioni e acquisti fino a diventare una delle più cospicue raccolte d’arte dell'Italia Centrale. Quattordici sale in tutto, alcune decorate come si conveniva all’antica funzione pubblica, la maggior parte arredate con sontuosi mobili d’epoca. In esordio, il pezzo più celebre della raccolta: il piviale di Nicolò IV, mantello liturgico di corposa seta, ricamato da maestri inglesi del Duecento, donato dal papa al Duomo di Ascoli. Un curioso aneddoto lo riguarda: rubato nel 1902, il prezioso paramento ritornò alla città per dono del banchiere americano John Pierpont Morgan che lo aveva acquistato sul mercato d’arte. Quanto alla raccolta pittorica, l’impostazione è per nuclei d’acquisizione, scelta che consente un’interpretazione più densa di significati di quella semplicemente cronologica. In primo piano, gli artisti più attivi in loco: dal veneziano Carlo Crivelli al suo allievo Pietro Alamanno, austriaco, da Paolo da Visso a Cola dell’Amatrice, protagonisti di una grande stagione artistica tra Quattro e Cinquecento; da Tiziano a Guido Reni, per citare i nomi di maggiore spicco nei secoli seguenti. Nelle ultime sale, un’importante rassegna tra Otto e Novecento, con opere di Pellizza da Volpedo e Adolfo de Carolis