È tra le più importanti raccolte etrusche d’Italia, arricchita nel tempo grazie a scavi, donazioni e acquisti. Ha il proprio nucleo principale nella collezione lasciata alla città nel 1761 – insieme alla biblioteca – dall’abate Mario Guarnacci, e nei reperti raccolti trent’anni prima dal canonico Franceschini.<br>Il museo è allestito dal 1877 a palazzo Desideri Tanbassi, ed espone su tre piani materiali archeologici dalla preistoria fino all’età imperiale romana, Si passano in rassegna strumenti litici provenienti da tombe eneolitiche, corredi di sepolture del periodo villanoviano e della prima fase di sviluppo della civiltà etrusca (quella detta ‘orientalizzante’) – di rilievo un kyathos di bucchero con iscrizione etrusca, da Monteriggioni – oltre a esempi di scultura funeraria in pietra, tra i quali la stele di Avile Tite.<br>È vastissima la collezione di urne cinerarie etrusche in tufo, alabastro e terracotta (quarto-primo secolo avanti Cristo) provenienti dalle necropoli in gran parte ingoiate dalle Balze. Tra le oltre seicento urne della raccolta – decorate sui coperchi con la rappresentazione dei defunti nella tipica posizione conviviale distesa, e sulle casse con bassorilievi influenzati dall’arte greca – spicca la straordinaria urna degli Sposi, terracotta del primo secolo avanti Cristo.<br>Sono notevoli anche i reperti di bronzo etruschi e romani – con una serie di statuette, fra le quali la celebre Ombra della sera (terzo secolo avanti Cristo) – le oreficerie, le gemme e i cammei, le monete di Volterra e di altri centri dell’Italia antica, i vetri e le epigrafi funerarie etrusche e latine.