Il convento domenicano di S. Marco, fondato nel 1436 e costruito su progetto di Michelozzo, è sempre stato un centro importante della vita religiosa cittadina.<br>Il museo che oggi ne occupa una parte è di eccezionale interesse soprattutto per le opere del Beato Angelico, grandissimo frate artista che qui visse e lavorò fino al 1443 circa. Sono notevoli, però, anche le opere del ’500, e quelle recuperate da edifici demoliti nell’800.<br>Il chiostro di S. Antonino, realizzato da Michelozzo, ha un ricco decoro a fresco. Il S. Domenico inginocchiato di fronte a Gesù crocifisso è dell’Angelico, mentre le lunette con Storie della vita di S. Antonino furono commissionate ai maggiori pittori del ’600 fiorentino.<br>Nel grande Ospizio dei Pellegrini si trovano un affresco dell’Angelico con Cristo pellegrino accolto dai Domenicani, e altre sue opere che in origine erano invece altrove, in conventi fiorentini poi soppressi: la Deposizione (o pala di S. Trìnita, con vedute di colline e città), la pala di S. Marco, un Giudizio universale di forma insolita (ornava un seggio per le messe cantate) e – in una cornice progettata daLorenzo Ghiberti – il tabernacolo dei Linaiuoli (1433-1434 circa), opera fondamentale per l’evoluzione dell’Angelico nello studio della prospettiva.<br>Nella sala del Capitolo spiccano un’imponente Crocifissione dall’Angelico, un Crocifisso ligneo (1496) di Baccio da Montelupo, e la campana – la ‘Piagnona’ – che suonò nel 1498 all’arresto di Girolamo Savonarola. Il rigido riformatore era infatti domenicano, e di questo convento fu priore a partire dal 1491.<br>Un altro affresco dell’Angelico, Cristo in pietà, domina l’ingresso della sala del Lavabo, dove si vedono terrecotte invetriate di Luca e Andrea della Robbia e dipinti di Fra’ Bartolomeo, altro grande frate artista di S. Marco, morto qui nel 1517.<br>Il refettorio Grande reca un grande affresco di Giovanni Antonio Sogliani (1536), e accoglie altre opere fra ’400 e ’700.<br>Segue una sala dedicata a Fra’ Bartolomeo, dove sono esposti anche il Ritratto del Savonarola e la pala della Signoria.<br>Nel refettorio Piccolo, affrescato intorno al 1480 da Domenico Ghirlandaio, campeggia la sua Ultima cena.<br>L’Antica Foresteria è una grande galleria, che era foresteria e infermeria del convento. Qui e nelle stanze laterali sono esposti resti scultorei, architettonici e pittorici di edifici medievali e rinascimentali demoliti a fine ’800.<br>Al primo piano si trovano le celle dei frati decorate dal celebre ciclo a fresco ideato dall’Angelico come guida per la meditazione dei confratelli. Le sinopie (i disegni preparatori) sono probabilmente tutte del maestro, ma alla realizzazione effettiva (1442-1445 circa) parteciparono certamente aiuti.<br>Sulla parete di fronte alle scale è un’Annunciazione (1442 circa) di rarefatta eleganza; alla parete opposta il Crocifisso con S. Domenico, sempre dell’Angelico, rappresenta il tema del sangue di Cristo versato a favore dell’umanità.<br>A sinistra dell’Annunciazione ha inizio il corridoio destinato ai Padri, il primo realizzato da Michelozzo e affrescato dall’Angelico.<br>Sulla parete destra della cella 25 si trova la Madonna delle Ombre, una delle opere più famose dell’Angelico, realizzata intorno al 1450.<br>Nelle celle riservate ai Novizi, sul secondo corridoio, si ripete il motivo didattico di S. Domenico in adorazione del Crocifisso.<br>Tre ambienti di fondo, utilizzati da Savonarola, ospitano memorie del frate.<br>Sempre al primo piano è la Biblioteca, raffinata creazione rinascimentale di Michelozzo, compiuta nel 1444.