Rievoca un pellegrinaggio la salita sulla collina dove si trova questa semisconosciuta raccolta ‘orientale’, che riunisce opere e oggetti d’arte in un contesto – edificio e giardino – ispirato alla cultura buddhista. Statue, strumenti musicali, maschere, suppellettili cultuali provenienti dal Tibet, dal Nepal e dalla Mongolia costituiscono la collezione di una mercante d’arte (lo pseudonimo è maschile, ma la proprietaria era una donna), appassionata cultrice del mondo tibetano.