La Galleria Palatina si trova nell’ala sinistra di Palazzo Pitti, al piano nobile. È un ottimo esempio di quadreria, cioè di come i prìncipi delle età del barocco e dell’illuminismo facevano allestire le proprie collezioni d’arte.<br>La Galleria fu costituita dai Lorena tra fine ’700 e primo ’800. I sovrani fecero raccogliere qui, nelle sale di rappresentanza, numerosi capolavori delle collezioni medicee che fino a quel momento si trovavano in vari luoghi diversi.<br>Quadri e cornici coprono interamente le pareti, e non sono disposti in ordine cronologico. Questo non è strano. Nelle quadrerie non comandava la critica d’arte, ma il gusto personale del collezionista.<br>La raccolta comprende capolavori della pittura italiana ed europea soprattutto del ’500 e del ’600, con nuclei particolarmente eccezionali di opere di Raffaello, Andrea del Sarto e Tiziano.<br>Prima di arrivare alla Galleria vera e propria, si attraversano la galleria delle Statue (con le sculture che erano nella loggia verso il giardino di Bòboli), la sala Castagnoli (con il cosiddetto tavolo delle Muse, eseguito nell’Opificio delle Pietre Dure nel 1853), l’ottocentesca sala della Musica e il corridoio del Poccetti.<br>La Galleria vera e propria si presenta come una spettacolare serie di sale, che prendono nome dal soggetto degli affreschi al soffitto. Gli affreschi nelle prime sono di artisti ottocenteschi, nelle ultime cinque di Pietro da Cortona (1641-1647).<br>Nella sala di Prometeo si trova l’opera più antica della Galleria, una Madonna e il Bambino dipinta da Filippo Lippi verso il 1450; attorno, pitture di Botticelli e della sua bottega. Si può confrontare la Sacra Famiglia di Signorelli, intensa e plastica, con quella del Beccafumi, michelangiolesca e manieristica. Manieristici sono anche due Pontormo: Adorazione dei Magi e Undicimila martiri.<br>Nella sala di Ulisse spiccano la Madonna dell’Impannata di Raffaello e una Madonna col Bambino di Andrea del Sarto.<br>Oltre il cosiddetto bagno di Napoleone, si trovano nella sala dell’Educazione di Giove il realistico Amore dormiente di Caravaggio e la Giuditta con la testa di Oloferne di Cristofano Allori; nella sala della Stufa, affreschi di Pietro da Cortona e, nella sala dell’Iliade, La Gravida di Raffaello, e opere del Rosso Fiorentino e di Andrea del Sarto.<br>Nella sala di Saturno si ripercorre l’attività di Raffaello, con la Madonna del Granduca, i ritratti di Agnolo e Maddalena Doni, la Madonna del Baldacchino, il ritratto di Tommaso ‘Fedra’ Inghirami e la Madonna della Seggiola, insieme a opere del Perugino, di Fra’ Bartolomeo e di Andrea del Sarto.<br>Nella sala di Giove spiccano la Velata di Raffaello e le Tre età dell’uomo, capolavoro di Giorgione, oltre a opere di Fra’ Bartolomeo, di Andrea del Sarto e del Bronzino.<br>La sala di Marte accoglie capolavori di Rubens, Van Dyck e Tiziano (Ippolito de’ Medici), oltre al ritratto detto di Alvise Cornaro attribuito al Tintoretto e a un Ritratto virile di Paolo Veronese.<br>Nella sala di Apollo si ammirano opere capitali di Andrea del Sarto (Pietà, Sacra famiglia Medici), Tiziano (Giovane inglese, Maddalena) e Guido Reni (la notissima Cleopatra), oltre a celebri ritratti di Rubens.<br>La sala di Venere custodisce la Venere italica di Antonio Canova e, assieme a opere di Rubens e di Salvator Rosa, una serie di capolavori di Tiziano: Concerto, Ritratto di Giulio II, La Bella, Ritratto di Pietro Aretino.<br>Al corridoio delle Colonne, di pittura olandese e fiamminga sei-settecentesca, seguono la sala della Giustizia, di pittura veneta del ’500, e la sala di Flora, di ’500 fiorentino.<br>Un altro percorso porta a visitare l’ala della granduchessa, o Quartiere del Volterrano, con sale di gusto neoclassico del primo ’800.<br>Nell’ala destra del palazzo, gli Appartamenti Reali erano residenza privata delle famiglie regnanti.