Arrivati all’apice della potenza verso la metà del ’600, i Brignole-Sale non poterono sottrarsi al fascino di Strada Nuova. Richiese sei anni di lavori (1671-77) la sistemazione dell’edificio, con due piani nobili destinati ai due eredi. A pianta articolata attorno a un quadrato e dal caratteristico colore “rosso genovese” (da cui il nome), accoglie nei ricchi interni, ornati da affreschi dei maggiori pittori del Seicento ligure, preziosi arredi e la ricca quadreria dei Brignole-Sale con opere di Dürer, Verosene, Guercino, Van Dyck e altri.<br>Il percorso di visita inizia, al primo piano nobile, dall’appartamento di Giuseppe M. Durazzo, con tele del ’400 e ’500 italiano (Ritratto di gentiluomo di Michele Giambono, Madonna col Bambino tra i Ss. Giovanni Battista e Maria Maddalena di Jacopo Palma il Vecchio), cui seguono, nelle sale successive, dedicate alla pittura veneta ed emiliana, una splendida Giuditta con la testa di Oloferne del Veronese, un’Annunciazione di Ludovico Carracci e S. Sebastiano di Guido Reni; superba anche la Morte di Cleopatra a firma del Guercino; da notare anche Clorinda libera Olindo e Sofronia di Mattia Preti. La visita continua con altre sale tematiche: la scuola genovese (Bernardo Strozzi: La cuoca, Madonna col Bambino e S. Giovannino; il Grechetto: Viaggio della famiglia di Abramo); il ’600 romano (Gentileschi: Madonna col Bambino dormiente), la pittura rinascimentale tedesca (Albrecht Dürer: Ritratto di Giovane).<br>Si sale quindi al secondo piano nobile, dove si sviluppa un ciclo decorativo parietale che è tra le più alte espressioni dell’arte pittorica genovese del XVII secolo. Nell’appartamento di Gian Francesco I Brignole-Sale gli affreschi di Gregorio De Ferrari convivono con i quadri selezionati all’epoca dal pittore stesso, in una stanza ricostruita nella sua originale fisionomia. Negli ambienti successivi le Allegorie delle stagioni eseguite dallo stesso De Ferrari (Primavera, Estate) e da Domenico Piola (Autunno, Inverno) costituiscono una degna cornice ai superbi Ritratti di Anton Giulio Brignole Sale, di Paolina Adorno Brignole-Sale e di Geronima Brignole-Sale con la figlia Aurelia, capolavori di Antonie Van Dyck.<br>Il percorso prosegue negli appartamenti di Francesco II Brignole-Sale per poi concludersi, al terzo piano (vi si accede dalla scala ottagonale disegnata da Franco Albini), con la visita alla Casa di un amatore d’arte, dove sono esposte opere acquisite dalle civiche collezioni intorno agli anni cinquanta del ’900, e donazioni di collezionisti del XIX secolo: l’appartamento è stato progettato, assieme agli arredi moderni, a metà ’900 da Franco Albini come abitazione dell’allora direttore dei Musei civici, Caterina Mercenaro, secondo una concezione dell'abitare, innovativa per quel tempo, che prevedeva la commistione di antico e contemporaneo. Angoli privilegiati del palazzo, da cui si può godere una magnifica vista su via Garibaldi e sull’intero centro cittadino, sono il grande terrazzo al primo piano e il belvedere sulla sommità dell’edificio, raggiungibile grazie all’ascensore panoramico.<br>Nell’attiguo corpo delle Dipendenze è ospitato il Centro di Documentazione per la Storia, l’Arte, l’Immagine di Genova che riunisce l’Archivio fotografico, la Biblioteca di Storia dell’arte e le Collezioni cartografica e topografica; l’Auditorium ospita eventi e manifestazioni culturali.