Costituisce un importante prototipo per la penetrazione dei modelli rinascimentali nel marchesato e per la diffusione della tipologia alla «moderna» nella dimora patrizia, riproposta dalla famiglia Cavassa anche nel palazzo di Saluzzo. Fu fin dal sec. XIII residenza della nobile famiglia locale dei governatori marchionali, e fu riplasmata in forme rinascimentali probabilmente da Enrico Cavassa alla fine del sec. XV. Il rifacimento comportò l'uniformità della facciata esterna, raggiunta con l'inserimento di fasce marcapiano continue e di ampie finestre crociate, a intervalli regolari, profilate in cotto; i lacerti di affreschi sono dei primi anni del '500. All'interno si realizzò un cortile regolare, non terminato, dove su una sola parete si sviluppa il loggiato a tre piani, con volte a crociera, a tutto sesto, su colonne; i resti delle strutture murarie preesistenti sono ancora visibili nella torre a lato del loggiato. Al 1° piano, alcuni locali conservano soffitti lignei cassettonati e fasce parietali affrescate.