È difficile restituire le emozioni, le curiosità storiche, le citazioni provenienti da lontano, i significati simbolici che questo edificio produce, così fascinosamente incastonato nel paesaggio pugliese e individuabile da grande distanza. Peculiarità che lo hanno consacrato a buon diritto bene salvaguardato dall'Unesco. Voluto da Federico II e a uno stadio di costruzione avanzato intorno al 1240, già nella sua funzione introduce dei misteri: maniera di caccia o costruzione simbolo del potere dell'imperatore, che voleva così rimarcare il suo ruolo politico e culturale? Se si dà credito alla prima ipotesi, bisogna ritornare al paesaggio del medioevo, quando la collina su cui sorge era circondata da boschi, ideali per la caccia al falcone tanto amata dall'imperatore (autore del trattato De arte venandi cum avibus).<br>La stessa forma ottagonale dell'edificio è oggetto di studi e controversie. Chiari i legami con la simbologia cristiana (si pensi ai battisteri), che qui ha un significato laico; ma secondo i cultori dell'esoterismo l'imperatore avrebbe ripreso nell'impianto del fortilizio il disegno della rosa dei venti, mentre per altri sarebbero stati qui reinterpretati i rapporti numerici della piramide di Cheope in Egitto. E, ancora, vi è chi collega la pianta ottagonale con i manieri che gli Hohenstaufen avevano edificato nel XII secolo in Alsazia, loro terra d'origine. Indubbia è comunque la ripresa di precedenti esperienze architettoniche (moschea degli Omayyadi a Cordaba, Spagna; chiesa di S. Vitale a Ravenna; Cattedrale di S. Giorgio a Bosra, in Siria) da parte delle maestranze - forse francesi o tedesche - cui si affiancarono scultori locali avvezzi a operare su strutture di notevoli dimensioni come le cattedrali.<br>Dopo la sua costruzione, Castel del Monte diviene un riferimento per le architetture successive, come gli edifici a pianta centrale di Leonardo, le realizzazioni di Sebastiano Serlio nel '500, la chiesa di S. Lorenzo a Torino.<br>All'esterno, il castello è ritmato da otto torri ottagonali, poste in corrispondenza degli spigoli e con funzioni di servizio; la cortina del fortilizio è segnata, quasi a metà altezza, da una cornice che indica i due piani interni, e accoglie tra ciascuna coppia di torri, l'una sopra l'altra, una monofora e una bifora. Sul lato est è il portale d'ingresso, che ricorda gli archi trionfali romani nel timpano cuspidato, ma che nell'arco a sesto acuto e nei leoni stilofori documenta il gusto gotico. Nell'interno, la pianta ottagonale si ripete nel cortile, attorno al quale si dispongono svariati ambienti, originariamente decorati e rivestiti di marmi che furono asportati a partire dal '600; questi sono coperti con volte a costoloni, che nelle sale al primo piano poggiano su colonne dai fini capitelli, e sono illuminati da finestre a doppia strombatura (pianterreno) e da monofore e bifore a quello superiore: il panorama che da esse si abbraccia corre dal Tavoliere alle Murge.