Il complesso produceva ghisa e ferro – in parte trasformati nelle proprie officine e in parte inviati alle manifatture militari dell’area napoletana – comprendeva le ferriere lungo il corso della fiumara Allaro, una fonderia con tre giganteschi altiforni, officine siderurgiche, magazzini, case per gli operai e alloggi della guarnigione militare. Nei suoi cent’anni di attività la fabbrica di Mongiana costituì anche un esempio di alta specializzazione, non solo nella produzione di armi da fuoco e munizioni (fucili, pistole, spade, pezzi di artiglieria e granate), ma anche per la realizzazione industriale di utensili domestici, come bracieri e mortai. Chiuso dopo l’Unità d’Italia, lo stabilimento di Mongiana venne ceduto a privati, riattivato per un breve periodo nel 1881 e quindi abbandonato.