Quasi alla confluenza dell’Adda con il Brembo, si trova il villaggio operaio di Crespi d’Adda, sorto a partire dal 1878 (Angelo Colla, Ernesto Pirovano e Gaetano Moretti) in funzione degli stabilimenti tessili Crespi. L’insediamento, nel 1995 entrato a far parte della lista del patrimonio mondiale Unesco, venne concepito secondo i criteri delle città utopiche ottocentesche: un viale alberato divide la zona produttiva in riva all’Adda (che include l’eclettico castello dei Crespi) dall’area delle abitazioni, organizzate su una maglia viaria a scacchiera in cui gli edifici di rilievo sociale, come la chiesa d’ispirazione bramantesca (Luigi Cavenaghi, 1893), trovano scenografica sistemazione. Ai villini operai (1889-94), per lo più bifamiliari, con ingressi separati, orti e giardini, si aggiungono in posizione più esterna i villini per impiegati e dirigenti (1922-25). Nel cotonificio (Colla, 1875) quattro corpi di fabbrica corrispondevano alle funzioni di filatura, tessitura, tintoria e officina meccanica; rilevanti i decori liberty in ferro battuto e in cotto. L’asse del viale si conclude al cimitero, con il mausoleo Crespi (Moretti, 1907).