Nel 1866, al fine di realizzare un grande cimitero per le migliaia di vittime del colera, venne scelto un sito a sud della città, nel quartiere Zia Lisa. Con l’alienazione dei beni ecclesiastici seguita all’Unità d’Italia, il comune ebbe a disposizione un magnifico vigneto delle monache di S. Chiara, proprio sulla strada per Siracusa. I ‘tre cancelli’ d’ingresso - da cui il nome popolare del luogo ancora oggi in uso - si aprono su viali alberati e cappelle dalle varie forme e dimensioni, in cui per decenni si esercitò l’estro stilistico degli architetti chiamati dall’aristocrazia e dall’alta borghesia catanese a erigere la ‘casa senza tempo’. È quindi tutto un susseguirsi di cupole, cuspidi, guglie, tombe marmoree, che biancheggiano innumerevoli nelle verdi aiuole, ombreggiate da salici e cipressi. Una rispettosa passeggiata tra queste eclettiche architetture, lungo il cosiddetto viale degli Uomini Illustri, permetterà di incontrare i grandi scrittori catanesi Giovanni Verga e Federico De Roberto, il poetaMario Rapisardi, l’attore Angelo Musco. Notevoli anche le cappelle delle famiglie Alessi (1884), Spampinato (1900) e Tomaselli (1905) di Carlo Sada e quelle delle famiglie Fichera (1915), Patanè (1918) e Fortuna (1927) di Francesco Fichera. Volgendo lo sguardo verso nord, il paesaggio vastissimo della città con la sua montagna; verso est, arti e mestieri dedicati alla ‘città eterna’: i mastri marmisti e i fiorai che popolano il limitrofo quartiere San Cristoforo.