A est di Trieste, si incontra un monumento che segnala il luogo di questo inghiottitoio carsico, il più tristemente famoso ed emblematico delle sofferenze cui il territorio triestino venne sottoposto alla fine della seconda guerra mondiale. Le foibe, strapiombi carsici spesso profondi e di difficile accesso, per gran parte del conflitto furono sfruttate da tutte le parti in causa per gettare i corpi di caduti, avversari, prigionieri. Al termine della guerra molta gente catturata dall’esercito jugoslavo sparì in queste cavità: persone compromesse con il fascismo e l’occupazione nazista ma anche esponenti democratici. Gli studiosi non concordano sul numero delle vittime di quel drammatico periodo: secondo le ricostruzioni, la cifra varia da alcune centinaia a qualche migliaio. La foiba di Basovizza è oggi il simbolo di tale martirio e qui periodicamente vengono ricordati gli epurati del maggio-giugno 1945.