Sistemata di fronte al campanile nella piazza antistante al Duomo, è una delle poche opere scultoree sopravvissute ai cataclismi; venne realizzata nel 1547 da Giovanni Angelo Montorsoli e Domenico Vanello per celebrare la costruzione del primo acquedotto cittadino, che sfruttava le acque delle fiumare Cantaro e Bordonaro: le figure umane che la ornano personificano, infatti, i fiumi Tevere, Nilo, Ebro e Camaro, mentre alcuni versi (distici latini) del matematico e filosofo messinese Francesco Maurolico, incisi sull'orlo della vasca maggiore, alludono a temi fluviali. Lo slargo a sinistra del Duomo accoglie invece una statua in marmo dell'Immacolata del 1758. Da piazza del Duomo, oltre corso Cavour, si può raggiungere il Monte di Pietà, edificio restaurato che delle membrature originali conserva il prospetto di Natale Masuccio (XVII sec.); il portico a tre arcate ospita una fontana tardo-cinquecentesca; dall'atrio, una scenografica scalea settecentesca a rampe simmetriche (al primo pianerottolo è collocata una fontana recante una statua dell'Abbondanza, XVIII sec.) porta alla chiesa di S. Maria della Pietà, della quale sopravvive ormai solamente il prospetto.