Complesso, in gran parte borrominiano, destinato a residenza dei religiosi, per la cui costruzione fu abbattuta la chiesa di S. Cecilia a Monte Giordano del 1123; alla direzione di Borromini (fino al 1643) vanno ascritti l'oratorio, le due sale ellittiche del refettorio e di ricreazione, la biblioteca, i due cortili e, nel 1647-49, le abitazioni degli oratoriani e la torre dell'Orologio; completò i lavori Camillo Arcucci, che subentrò a Borromini nel 1650-66. Il prospetto - uno dei capolavori di Borromini - parzialmente asimmetrico nelle ali laterali, dissimula con eccezionale abilità, nell'organica concezione, la distribuzione interna assai differenziata. La facciata, che parafrasa quella della chiesa cui è subordinata per le dimensioni e i materiali meno nobili, è a due ordini di lesene che la ripartiscono in cinque campate. All'interno, l'oratorio o sala Borromini (1637-40), era destinato all'Oratorio secolare, istituzione filippina nella quale alla recitazione di sermoni sacri si alternava l'esecuzione di musiche polifoniche (da qui nacque la nuova forma musicale detta appunto oratorio). La destinazione della sala, nella quale sono presenti temi architettonici tipicamente borrominiani, suggerì l'idea di due logge su due ordini affrontate sui lati corti. Gli ambienti del palazzo sono distribuiti intorno ai tre cortili; tra il secondo e il terzo cortile è il refettorio, elegantissima sala ellittica coperta da volta lunettata: nell'ambiente antistante sono i due magnifici lavamani di marmo bianco e cipollino disegnati da Borromini. Il complesso è sede di istituzioni culturali: l'Archivio capitolino, la Biblioteca romana, la Società romana di Storia patria e la Biblioteca Vallicelliana, la più antica tra quelle romane aperta al pubblico, che comprende 118040 volumi, 2549 manoscritti, 449 incunaboli e c. 7000 cinquecentine. Il salone che la ospita fu realizzato dal Borromini (1642-44), che disegnò le scaffalature lignee con ballatoio su balaustri cui si accede mediante scale a chiocciola nascoste dagli angoli convessi, e il soffitto a lacunari.