Dalla Bastille alla Senna si estendeva l’Arsenale militare, cuore del quartiere tuttora denominato in tal modo. Distrutto da un’esplosione nel 1538, fu ricostruito nel 1594 sotto l’impulso del duca di Sully, che era allora «grand maître de l’artillerie». Con il trasferimento della produzione delle polveri da sparo alla Salpêtrière, l’Arsenale finì per diventare un deposito di munizioni e i suoi forni furono adibiti alla realizzazione delle statue del giardino di Versailles. Nel 1755 il ruolo di grand maître fu affidato a Voyer d’Argenson marchese di Paulmy, che prese alloggio presso la residenza dei ‘grandi maestri’ all’Arsenale: bibliofilo appassionato, qui trasferì la sua collezione di libri rari e manoscritti medievali, costituendo il primo nucleo della biblioteca che divenne pubblica durante la Rivoluzione. Infatti, dopo la chiusura definitiva dell’Arsenale (1797) la collezione di libri e documenti fu ufficialmente dichiarata Bibliothèque de l’Arsenal; con ingresso al N. 1 di rue de Sully, dal 1934 è parte della Bibliothèque nationale de France e custodisce un milione e mezzo di volumi, 12.000 manoscritti, 100.000 stampe, riviste e spartiti antichi. Della dimora dei «grands maîtres de l’artillerie», ultimo vestigio dell’immenso complesso, restano la facciata su rue de Sully, iniziata da Germain Boffrand nel 1715 e interrotta nel 1725 per mancanza di denaro, e gli appartamenti della marescialla de La Meilleraye, sontuosamente decorati nel 1637 da un discepolo di Vouet, al quale si deve anche il pregevole cabinet de La Meilleraye in stile Luigi XIII. Da ammirare, inoltre, i numerosi arredi d’epoca, il salone da musica di gusto «rocaille» e gli ambienti che ospitarono salotti letterari.