Per il re Carlo III (cui è dedicata l'antistante piazza) che lo fece costruire, doveva dare ospitalità a tutti i poveri del regno, come recita l'epigrafe latina all'ingresso. Iniziato nel 1751 su un progetto di Ferdinando Fuga che prevedeva dimensioni ancora maggiori e rimasto incompiuto, ha ospitato istituti assistenziali fino al terremoto del 1980. La struttura era concepita come una vera e propria città in cui gli ospiti potevano non solo dormire e mangiare, ma anche apprendere un'educazione e un mestiere, ascoltare la messa e appagare i propri bisogni spirituali: accanto ai dormitori e ai refettori, sorsero così officine, laboratori e abitazioni per il personale. Abbandonato per secoli e oggi a restauro quasi ultimato, è destinato a diventare sede della Città dei Giovani, polo formativo, culturale e ricreativo. Patrimonio dell'Umanità Unesco, dal 2008 è un affascinante palcoscenico del Napoli Teatro Festival.