Patrimonio dell'Umanità Unesco, esempio tra i più rappresentativi dell'architettura fatimida (cioè araba) di età normanna, iniziata da Guglielmo I e compiuta da Guglielmo II intorno al 1165-67, la Zisa - dall'arabo "aziz", splendido - è un edificio a pianta rettangolare alto e compatto; l'ermetica cubatura della massa muraria, interrotta sui lati corti da due snelle torri quadrate, è solcata nei tre ordini da leggere arcate cieche che racchiudevano in origine finestrelle bifore, e finiva in alto in una cornice con epigrafe araba, risecata nel '500 per ricavarvi i merli. Passata a privati, che nel tempo vi portarono numerose trasformazioni e adattamenti, dopo un periodo di abbandono è stata acquistata dalla Regione Siciliana che ne ha curato il restauro. Residenza stagionale dei re normanni, è circondata da un’area di 30 000 m², interessata da un intervento urbanistico che ha disegnato giardini e specchi d’acqua con l’intento di riqualificare il quartiere, con esiti abbastanza incerti. L'interno è assai complesso, con ambienti pubblici e appartamenti privati, sviluppati, questi ultimi, nei diversi piani; al piano terreno è la sala della fontana, ambiente di rappresentanza a pianta cruciforme, con volte a stalattiti e fregio a mosaico, che ospita un piccolo Museo di Arte islamica con preziose testimonianze della cultura araba siciliana. Alle spalle del castello, nell'area dismessa delle ex fabbriche di mobili Ducrot, con ingresso in via Paolo Gili, sono i Cantieri Culturali della Zisa. Acquistati dal comune nel 1995, molti padiglioni sono stati recuperati e riutilizzati per mostre d'arte contemporanea, spettacoli teatrali, convegni e seminari; vi sono allocati inoltre il Goethe Institut e altri centri culturali. Tra il 2005 e il 2008 sono stati ristrutturati altri dodici capannoni tre dei quali ospitano, dall'inizio del 2009, la sede palermitana della Scuola nazionale di cinema.