In un contesto di grande pregio ambientale, Orgòsolo è centro di antichissima vocazione pastorale, fra i più conservativi del Nuorese e diventato quasi il paese-simbolo del mondo culturale barbaricino. L’abitato, sebbene profondamente cambiato negli ultimi decenni, è caratterizzato nella parte più antica da ripidi e tortuosi vicoli su cui affacciano case rustiche ed essenziali: un insieme di grande impatto visivo, per varietà di forme e colori. La nota di colore è data dai murales dipinti in gran numero sui grigi muri del centro storico, per lo più negli anni ’70 del Novecento: di prevalente contenuto politico-sociale e di protesta, costituiscono ancora oggi una singolare testimonianza del contraddittorio impatto fra il vecchio mondo pastorale e le sollecitazioni che ne hanno scosso i tradizionali valori. Orgòsolo non ha una vera piazza: il luogo di maggiore aggregazione degli abitanti è corso Repubblica, su cui affacciano i molti bar, negozi artigianato e il museo etnografico Sa domo de sos corraines, che ripropone gli ambienti della casa signorile sarda in uno stabile inizio ’900. Fra i diversi luoghi di culto sono di un certo interesse il rustico oratorio di Croce, risalente agli ultimi anni del ’500, la seicentesca chiesa dell’Assunta, da dove parte, il giorno di Ferragosto, una suggestiva processione accompagnata da un gran numero di cavalieri in costume, che dopo i riti religiosi si esibiscono in spericolate acrobazie equestri. È la festa dell’Assunta, uno dei più importanti appuntamenti folcloristici della Barbàgia: la manifestazione costituisce, fra l’altro, l’occasione adatta per poter ammirare lo splendido costume tradizionale delle donne di Orgòsolo, uno dei più particolari dell’isola, con il grembiule ricchissimo di ricami geometrici a vivaci colori (l’antalena) e col tipico fazzoletto seta color zafferano (su lionzu), acconciato in maniera da coprire quasi interamente volto, e da far intravedere solo gli occhi.