Provenendo da Bìrori, lungo la vecchia strada collinare con belle aperture di panorami sull’altopiano che digrada verso la valle del Tirso e il lago Omodeo e, nelle belle giornate di sereno, sulla chiostra dei monti barbaricini, Bortigali appare d’improvviso dietro a una curva, appoggiato alle pendici che salgono alla vetta del monte Santu Padre, una delle cime più alte della catena del Màrghine. Bortigali fu a lungo il borgo di maggiore importanza del circondario: lo dimostrano le belle dimore borghesi affacciate sul corso Vittorio Emanuele, sovrano molto amato tanto da meritarsi l’intitolazione della via parallela a monte, nella curiosa variante di ‘via Re Galantuomo’. La parrocchiale di S. Maria degli Angeli, che spicca per la slanciata torre campanaria, racchiude un piccolo gioiello di arte sarda: sono quattro tavole di uno smembrato retablo cinquecentesco attribuite al cosiddetto Maestro di Ozieri e alla sua bottega. Tra 7 e il 17 di settembre prende le mosse da Bortigali una sorta di processione-maratona della festa di S. Maria de Saucco (del Sambuco), che ha come meta un piccolo santuario che si trova a oltre 20 km, nella valle dei Salici, oltre la catena del Màrghine.