Poco prima di un restringimento della val d'Adige, la cosiddetta chiusa di Salorno, il paese segna il limite meridionale dell'area linguistica tedesca. Il suo fondovalle è intensamente coltivato a viti e frutteti. Si notano sulle facciate delle case i motivi dello stile d'Oltradige e poi del Barocco, segni di un periodo di prosperità che tra XVI e XVIII secolo, sull'onda delle attività economiche connesse alla viticoltura e al traffico delle merci, diede impulso all'edilizia: spiccano le residenze Wohlgemuth zu Wendelstein (1592), Hoffenburg (1577), Gelmini (XVII secolo), la casa An der Lahn e vari altri edifici nelle vie circostanti la piazza centrale.
Sulla piazza prospettano il municipio e la chiesa di S. Andrea, opera tardorinascimentale di Francesco Lucchese (1629-41).
Nel cimitero la chiesa di S. Giuseppe (1658) è aggiornata ai modelli barocchi diffusi nella regione dai Delai. Alte sopra il paese e la stretta della valle spiccano le rovine di castel Salorno/Haderburg.
Sulla strada per Egna si incontrano la piccola chiesa di S. Floriano, di fondazione romanica, e il vicino Klösterle (conventino), un edificio del XIII secolo che ha grande rilevanza storica perché è uno dei rarissimi esempi pressoché integri di complesso adibito a ospizio per i pellegrini, viandanti, commercianti, messaggeri, soldati in transito. Era dotato di dormitori, cucine, stalle per il cambio cavalli, magazzini e chiesa. Le sue caratteristiche corrispondono a quelle riscontrate nei resti di una stazione di sosta del I secolo scoperta nella zona nord di Egna, la mansio Endidae.