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Sabiona (Monastero)/Kloster Säben

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Sabiona (Monastero)/Kloster Säben (BZ)
Dalla piazza S. Andrea di Chiusa si sale alla torre del Capitano/Schloss Branzoll, del XIII secolo, dalla quale comincia la strada che si arrampica verso il monastero di Sabiona, uno dei monumenti più antichi dell'Alto Adige. Fondato nel VI secolo, intorno alla metà dell'VIII fu elevato a sede vescovile e perciò distaccato dal patriarcato di Aquileia. Con la fondazione della città di Bressanone e il successivo trasferimento della sede episcopale (X secolo), Sabiona venne affidata all'amministrazione di un burgravio, finché, nel 1535, un fulmine colpì uno degli edifici dell'acrocoro e ne causò l'incendio e quindi l'abbandono. Nel 1699 diventò abbazia benedettina; le monache Clarisse abitano ancora oggi gli edifici della zona superiore. Il colpo d'occhio sul complesso è eccezionale: anche Albrecht Dürer ne restò impressionato tanto da raffigurare il paesaggio in una delle sue celebri incisioni (Dasgroße Glück, 1500 c.). Il primo degli edifici che si incontra salendo è l'ottagonale chiesa della Madonna, inserita nella cinta fortificata che racchiude tutta l'area (tenuta per la gran parte a orti e giardini) e costruita su progetto di Giacomo e Andrea Delai nel 1652-58. All'interno, nella cupola, notevoli gli affreschi della Vita della Madonna di Stephan Kessler e gli stucchi e le decorazioni di Francesco Cartoni. Annessa all'edificio è la romanica cappella di Maria, ad aula unica con abside circolare, una delle mete preferite dei pellegrinaggi mariani in Tirolo. Nella parte superiore dell'acrocoro, il convento e la chiesa conventuale furono realizzati da Giovambattista e Pietro Delai incorporando edifici preesistenti, fra cui una torre angolare adattata a refettorio e sala capitolare. Nella chiesa, tracce delle più antiche costruzioni sono le bifore romaniche della parete meridionale; l'interno, largo e luminoso, conserva una bella pala con Maria al tempio di Franz Metz (1690). La chiesa della S. Croce, nel punto più alto della rocca, fu eretta sulle strutture di un edificio romanico, a sua volta costruito sul luogo di una chiesa paleocristiana.
Gli affreschi dell'interno, tipicamente barocchi, che ampliano lo spazio sacro con finte architetture e sfondamenti prospettici, sono opera di un ottimo pittore di cultura italiana del quale non si conosce il nome. Accanto alla chiesa la torre di S. Cassiano è l'unico edificio che non ha subito modifiche dal Duecento.