Si specchia nella laguna che lo separa dalla terraferma il compatto e colorato abitato di Sant’Antìoco, centro più importante dell’isola omonima, oltre che l’erede dell’antica Sulci, fondata dai fenici verso il 750 a.C., cui si arriva attraverso l’istmo di Sant’Antìoco, lungo quasi 3 km, costruito dai cartaginesi e completato dai romani. Fiorente sotto i cartaginesi, anche dopo la conquista romana (238 a.C.) Sant’Antìoco mantenne, grazie in particolare al commercio dei minerali del territorio iglesiente, la sua importanza tanto da essere elevata, probabilmente nel corso del i secolo d.C., alla condizione di municipium. Delle non poche testimonianze di quei tempi – rivelate anche da indagini archeologiche – le più cospicue si possono vedere nella parte alta del centro, attorno al cosiddetto Fortino sabaudo. A nord di questo, sotto il declivio, si situa l’acropoli della città punica. Tutta la zona ha attraversato diverse vicende col trascorrere dei secoli: acropoli fortificata sotto i punici, poi sede di una struttura templare in età romana, venne, in periodo tardoromano, nuovamente ristrutturata con destinazione imprecisata. Rimane un tratto delle mura che difendevano l’acropoli punica, costruite in blocchi di trachite squadrati e risalenti al IV secolo a.C. La struttura templare di epoca romana (II secolo a.C.) si trova a meridione del complesso fortificato ed è disposta a diversi livelli. L’abitato moderno, dall’ordito compatto, fatto di case basse, si è sviluppato a sud del nucleo antico e lungo il litorale. Arteria principale dell’abitato è l’alberato corso Vittorio Emanuele, che con via Roma e le due piazze Umberto e Italia è il vivacissimo luogo di aggregazione serale del paese.