Sauris
localita
Sauris (UD)
Nel paesaggio cangiante dell’alta valle del Lumiei, tra le infinite tonalità del verde di boschi e pascoli e il grigio azzurro delle rocce dolomitiche, appare Sauris, il comune a maggior quota del Friuli e isola linguistica tedesca.
La cultura d’area carinziano-tirolese degli abitanti si esprime nel dialetto, nelle tradizioni e, in modo evidente, nelle architetture. Salta subito all’occhio la particolare architettura della valle: solo il piano terra delle abitazioni è costruito in pietra, mentre il piano superiore è realizzato con la tecnica del blockbau, tronchi di legno squadrati sovrapposti e incastrati agli angoli. Il tetto, molto sporgente, è ricoperto di scandole, tegole di legno sovrapposte e fissate da pietre; nelle pareti di legno si aprono piccole finestre, mentre su tre lati intorno corrono ballatoi, che nei rustici hanno stanghe e montanti e vengono usati per essiccare il fieno.
Sauris di Sotto è il luogo del santuario di S. Osvaldo, documentato fin dal 1328 e frequentato da pellegrini che salivano da tutto il Friuli e da Venezia per rendere omaggio al santo protettore contro le epidemie. Gli orefici veneziani l’avevano scelto come patrono e nei loro doni trova origine la ricca dotazione della chiesa di oggetti preziosi e paramenti sacri. Osvaldo, insieme ad altri santi, a una Pietà e diverse scene tratte dai Vangeli, è raffigurato nel notevole Flügelaltar in legno intagliato, scolpito e dipinto da Nicolò di Brunico (1524) secondo uno stile ancora tardogotico. L’importanza storico-devozionale del santuario è testimoniata dall’esposizione di pergamene, paramenti, arredi e oreficeria sacra, custoditi in una stanza della canonica adibita a Centro storiografico del Museo S. Osvaldo.
A Sauris di Sopra, oltre alla quattrocentesca chiesa di S. Lorenzo, in un rustico restaurato ha sede il Centro di Orientamento etnografico «’S haus van der Zahre», che documenta la cultura saurana attraverso mostre temporanee tematiche: dal Carnevale ai mestieri, dalle malghe alla fienagione, dalla storia dei boschi alla devozione popolare.
Ormai sempre più noto, è uno dei prodotti dell’economia antica della valle: il prosciutto di Sauris, leggermente affumicato e stagionato, a cui a luglio è dedicata una festa.
Facili escursioni si snodano attorno al lago oppure in direzione delle malghe. Per rientrare nella valle del Tagliamento, dal lago di Sauris si può deviare verso il rifugio «Tita Piaz», nei pressi del quale il sentiero «Tiziana Weiss», di notevole interesse naturalistico, è attrezzato con pannelli che forniscono informazioni sulle caratteristiche dell’ambiente circostante.
La cultura d’area carinziano-tirolese degli abitanti si esprime nel dialetto, nelle tradizioni e, in modo evidente, nelle architetture. Salta subito all’occhio la particolare architettura della valle: solo il piano terra delle abitazioni è costruito in pietra, mentre il piano superiore è realizzato con la tecnica del blockbau, tronchi di legno squadrati sovrapposti e incastrati agli angoli. Il tetto, molto sporgente, è ricoperto di scandole, tegole di legno sovrapposte e fissate da pietre; nelle pareti di legno si aprono piccole finestre, mentre su tre lati intorno corrono ballatoi, che nei rustici hanno stanghe e montanti e vengono usati per essiccare il fieno.
Sauris di Sotto è il luogo del santuario di S. Osvaldo, documentato fin dal 1328 e frequentato da pellegrini che salivano da tutto il Friuli e da Venezia per rendere omaggio al santo protettore contro le epidemie. Gli orefici veneziani l’avevano scelto come patrono e nei loro doni trova origine la ricca dotazione della chiesa di oggetti preziosi e paramenti sacri. Osvaldo, insieme ad altri santi, a una Pietà e diverse scene tratte dai Vangeli, è raffigurato nel notevole Flügelaltar in legno intagliato, scolpito e dipinto da Nicolò di Brunico (1524) secondo uno stile ancora tardogotico. L’importanza storico-devozionale del santuario è testimoniata dall’esposizione di pergamene, paramenti, arredi e oreficeria sacra, custoditi in una stanza della canonica adibita a Centro storiografico del Museo S. Osvaldo.
A Sauris di Sopra, oltre alla quattrocentesca chiesa di S. Lorenzo, in un rustico restaurato ha sede il Centro di Orientamento etnografico «’S haus van der Zahre», che documenta la cultura saurana attraverso mostre temporanee tematiche: dal Carnevale ai mestieri, dalle malghe alla fienagione, dalla storia dei boschi alla devozione popolare.
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