I raggi del sole fanno brillare i cristalli di sale, tra mulini e fenicotteri rosa. Immagini delle ultime saline attive in Sicilia, da Trapani a Marsala. La riserva naturale delle Saline di Trapani e Paceco è uno dei buoni motivi per soggiornare in questa cittadina alle porte del capoluogo. In una terra-approdo da sempre crocevia di popoli, viene voglia di esplorare le rotte di antichi naviganti. A sud del capoluogo dalla laguna dello Stagnone emerge l’isola di Mozia, l’antica Mothya scelta come approdo dai fenici. L’intreccio della storia racconta che nel 409 a.C. furono proprio i cartaginesi, alleati di Segesta, a distruggere Selinunte, oggi due importanti siti archeologici della Sicilia occidentale. Il destino volle che nel secolo successivo Segesta e Mozia cadessero sotto Siracusa e che i superstiti dell’isola si stanziassero più a sud, sul capo Boeo. Più di mille anni dopo gli arabi avrebbero conquistato qui l’attuale Marsala, dove da secoli storiche cantine conservano quel vino liquoroso che, con il suo successo, contribuì alla ricchezza della città. Più resistente alle invasioni era Erice, roccaforte dei fenici che arrivò indenne all’epoca romana, per poi trasformarsi nel medioevo, sotto arabi e normanni, in un borgo che oggi spicca per conservazione e bellezza. Il centro storico si concentra sulla cima di un colle a oltre 700 metri di altitudine, una posizione panoramica che si spinge fino alle isole Egadi.