In caratteristica posizione sulla cima di un poggio calcareo tra le valli del Tevere e del Nera, Amelia può vantare una continuità d'insediamento a partire dall'età umbra. L'abitato storico è tra i più interessanti dell'Umbria meridionale per la diffusa qualità ambientale e per la stratificazione e giustapposizione di architetture di pregio dal romanico al Settecento, esaltate dalla bellezza della campagna circostante, celebrata nell'antichità per le sue mele 'terapeutiche', le pere e i salici.
Fondata leggendariamente nel 1134 a.C., nel III secolo a.C. venne cinta di un'ampia cerchia di mura, per poi diventare municipio romano in un'area molto fertile disseminata di ville agricole. Devastata dai goti di Totila, divenne libero Comune e nel 1307 si sottomise alla Chiesa. Entrando dall'unico accesso consentito dalla morfologia del luogo, la porta Romana, si sale per via della Repubblica verso il centro. Sulla parte alta della cittadina, l'andamento dell'attuale via Cavour ripropone quello che doveva essere il percorso della seconda cerchia di mura, disposta lungo la curva di livello che delimita la sommità del colle. Si oltrepassa l'antico accesso dell'arco di Piazza, ricomposto in età medievale con elementi più antichi, che immette nella piazza Marconi, nobilitata da palazzi quattro-cinquecenteschi. In piazza Matteotti si innalza il Palazzo comunale mentre per via Geraldini si raggiunge, in cima all'antica acropoli, il Duomo dedicato a S. Firmina, patrona della città.