Su uno dei punti più elevati dei Colli Albani, a km 7 da Marino, il paese era nato come «Castrum Montis Albani» per essere ribattezzata con il nome attuale nel XII secolo grazie a papa Eugenio III, venne più volte presa e distrutta. Oggi è sede della direzione del Parco regionale dei Castelli. Il nucleo medievale, stretto attorno alla vecchia rocca della quale non resta quasi più nulla, si chiama ancora oggi quartiere dei Bavaresi, perché qui nel 1328 si stabilirono le truppe dell'imperatore Ludovico IV il Bavaro in lotta con Roberto I d'Angiò, re di Napoli. La chiesa dell'Assunta, semidistrutta da un terremoto e ricostruita nel 1806, custodisce una Madonna* trecentesca di scuola senese e un Redentore* attribuito a Perin del Vaga o a Marcello Venusti (1543).
Una mulattiera, che lascia a destra la parte alta del paese e una vecchia fortezza pontificia, conduce, in circa un'ora, alla vetta del monte Cavo (m 949), il «mons Albanus» dei romani, antichissimo luogo di culto che ospitava il tempio a Giove Laziale; sulle pendici est del monte si trova il santuario della Madonna del Tufo.
Nei pressi, si stende anche la verde conca detta dei Campi d'Annibale perché nel XIII secolo qui era signora la famiglia romana degli Annibaldi. Si tratta dell'antico cratere centrale del vulcano laziale, riempito col tempo dai detriti. Fu a lungo teatro di una singolare attività economica: la conca era costellata di pozzi che d'inverno gli abitanti della zona riempivano di neve, per fornirla d'estate come refrigerio ai benestanti romani.