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Castelnovo ne' Monti

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Castelnovo ne' Monti (RE)
Allungato a nord-ovest dell’imponente blocco di arenaria della Pietra di Bismantova, il capoluogo e il paese più popoloso dell’Appennino reggiano è prospero snodo di commerci, che trovano espressione nel mercato del lunedì, istituito nel xii secolo e attrattore per un ampio territorio, distribuito tra le vie e le piazze centrali della cittadina. In quest’area di penetrazione etrusca e romana, e poi presidio bizantino fino al sopraggiungere dei longobardi alla metà del vii secolo, sorse a opera dei canossiani il “castrum novum”, e fu Matilde stessa a donarlo al monastero di S. Apollonio di Canossa nel 1111. Già nel Seicento nel suo mercato si vendevano pesce, sale e olio provenienti da Lerici e da Sarzana. La salubrità dell’aria e il clima mite, dovuti alla particolare posizione riparata dai venti e aperta ai passi appenninici, aggiunsero una precoce vocazione come luogo di villeggiatura: lo stesso duca di Modena, Francesco IV, iniziò a costruirvi la propria residenza estiva che non fu mai completata. Fuori dall’abitato sono i siti storici più rilevanti: sulla cima di monte Castello, il colle boscato che sovrasta l’abitato, si trovano i resti del castello “nuovo”, con una torre quadrata e fondazioni murarie; nella pieve di S. Maria Assunta restano interessanti frammenti lapidei romanici (nel Museo diocesano di Reggio Emilia si conserva un prezioso capitello). Una delle produzioni industriali e artigianali più caratteristiche di Castelnovo ne’ Monti è quella della fusione delle campane, attività documentata già nel XV secolo, in cui si distinse la famiglia dei Capanni, che acquisì nel Settecento fama nazionale. Produzioni dei fonditori castelnovesi sono disseminate per chiese e monasteri del Nord Italia e della Toscana.