Popoloso centro commerciale adagiato su un dolce pendio fra verdi distese coltivate ad agrumi, nespoli e ulivi, in faccia al mare e al monte Catalfano, Bagheria concentra sul suo territorio alcune tra le più belle ville barocche dell'agro palermitano. L'abitato si formò attorno all'impianto di villa Butera, che il principe Giuseppe Branciforte eresse nel XVII secolo. Altre ville sorsero accanto e nei dintorni e un secolo dopo Salvatore Branciforti ristrutturò la vecchia residenza e vi aprì in asse un lungo rettifilo orientato a settentrione, verso il mare di Aspra (corso Butera), incrociato ad angolo retto con un altro asse attestato sulla chiesa Madre (corso Umberto), predisponendo così le direttrici del successivo sviluppo dell'abitato. Fra le architetture più notevoli spiccano Villa Cattolica, conclusa nel 1736, che ospita il Museo comunale «Renato Guttuso» dal 1973, che comprende una cospicua raccolta devoluta dal pittore bagherese e in seguito arricchitasi. Villa Butera, eretta nel 1658 da Giuseppe Branciforte, mostra una facciata del secondo ‘700 e conserva il prospetto originario nel cortile interno. La più famosa delle ville di Bagheria è Villa Palagonia, eretta nel 1715 da Tommaso Maria Napoli (poi continuata da Agatino Daidone) per Ferdinando Francesco Gravina, principe di Palagonia e pretore di Palermo; descritta da Jean-Pierre Louis Laurent Hoüel (1776) e cantata da Giovanni Meli, destò notevole impressione in Johann Wolfgang Goethe quando la visitò nel 1787 con al seguito il disegnatore Christoph Heinrich Kniep. Si distingue per la sua movimentata architettura, resa scenografica nella facciata della palazzina centrale dall'animato gioco della scalinata a tenaglia e delle membrature di tufo giallo sull'intonaco bianco. Al primo piano è un vestibolo ellittico, affrescato con le Fatiche di Ercole; il salone adiacente ha le pareti incrostate di marmi, busti marmorei e soffitto a padiglione rivestito di specchi. Il recinto quadrilobato, in mezzo al quale è la palazzina, presenta varietà di prospettive ed è coronato dalla celebre coreografica parata di grottesche figurazioni, per lo più mostruose, scolpite grossolanamente a partire dal 1747, per la bizzarria dell'omonimo nipote del fondatore, Ferdinando Gravina Alliata. Purtroppo anche questa settecentesca anticipazione del surrealismo è stata guastata da alcune moderne costruzioni che si vedono emergere al di là del recinto e che lo stringono da presso. Anche il lunghissimo viale cadenzato da esedre, che iniziava all'altezza di corso Butera (dove esiste ancora, isolato, il portale d'ingresso tra due figure mostruose) è stato assorbito nella disordinata espansione urbanistica e trasformato in una strada cittadina (via Palagonia). Nel 1721 venne eretta, invece, quella che risulta la più sontuosa delle ville di Bagheria, Villa Valguarnera. Eretta nel 1721 su progetto di Tommaso Maria Napoli, è anche quella che gode di migliore posizione, in mezzo a un parco recinto da terrazze e da balaustrate. È preceduta da un ampio piazzale a doppia esedra e ha una facciata che si fa concava nel mezzo per accogliere la scalea a tenaglia che conduce al primo piano; la facciata posteriore, verso il mare, è rettilinea, ed entrambe recano sull'attico statue realizzate da Ignazio Marabitti.