Per Ferdinando IV di Borbone era la "spugna d'oro" del regno, visti i lauti guadagni della pesca e della lavorazione del corallo. Oggi il corallo arriva dall'Estremo Oriente, ma i segreti d'incisione a cammeo sono ancora tramandati di padre in figlio. La città, più volte distrutta dalle eruzioni del Vesuvio (gravi quelle del 1631 e del 1794) e sempre ricostruita, nota anche per le feste religiose: durante quella dei Quattro Altari (27-30 giugno) Torre del Greco si orna di composizioni floreali di soggetto religiose disposte sotto altari di stoffa, e per l'Immacolata, in ringraziamento per lo scampato pericolo dall'eruzione del 1861, cento uomini trasportano un carro con la statua della Madonna. Il Museo del Corallo annesso all'Istituto d'Arte, riunisce esemplari d'incisione su corallo, lava, sardonica, conchiglie tigrate, madreperla e avorio. In via Montedoro, il Museo della ditta Liverino annovera più di tremila pezzi di varia origine a partire dal secolo XVI. Un museo curioso per i bambini poi è il Museo del Giocattolo. Fra le ville vesuviane si segnalano quelle del Cardinale, Prota, e Macrina, settecentesche. Quest'ultima, dopo il recente restauro, è diventata sede della Biblioteca comunale Enzo Aprea. Ultimamente è stato completato il restauro della villa delle Ginestre, alle falde del Vesuvio, dove Giacomo Leopardi soggiornò e compose il canto La Ginestra.