Foggia
localita
Foggia (FG)
La città sorge al centro del Tavoliere; è una città moderna, che conserva però il ricordo della storia. Attraverso il toponimo, dal latino foveae, le cisterne per il grano, ci racconta dell’origine antica di una vocazione, quella di territorio che rifornisce di grano buona parte della Penisola e di un capoluogo che assurge a polo di aggregazione di una zona rurale sempre meno abitata.
Poco è dato sapere sulle origini, certamente collegate al declino della vicina Arpi. I primi documenti risalgono alla dominazione normanna – e in riferimento a una chiesa di S. Maria dipendente dalla diocesi di Troia - ma soprattutto al periodo svevo, quando Federico II vi fece erigere il Palazzo Imperiale (1223) cogliendo il ruolo centrale che la città svolgeva rispetto al territorio.
Con l'avvento degli angioini Foggia continuò a crescere e lo stesso Carlo I d'Angiò la considerò residenza prediletta, facendovi costruire una nuova reggia. Ulteriore sviluppo si ebbe con gli aragonesi, che nel 1447 istituirono la Dogana della mena delle pecore, volta a tassare il passaggio delle greggi dall'Abruzzo alle piane del Tavoliere: tale scelta, pur portando alle casse dell'erario ingenti cespiti, condizionò per i secoli successivi lo sviluppo dell'agricoltura, a causa delle 'terre sode' (così si definivano quelle destinate al pascolo) e del progressivo impaludamento della pianura. Di questo periodo (1456) è il primo grande terremoto che arrecò notevoli danni all'abitato. Ai disastri naturali si aggiunse il malgoverno spagnolo, che nel XIV secolo portò alla rivolta delle popolazioni; nel 1731 un altro terremoto distrusse quasi completamente Foggia. Con il definitivo declino di Troia e della relativa diocesi, la città divenne sede vescovile nel 1855 e, con l'Unità d'Italia e l'abolizione definitiva della Dogana, iniziò un'opera di rinnovamento.
La distruzione pressoché totale operata dai bombardamenti della seconda guerra mondiale ha lasciato una città tutta da ricostruire. Nonostante i sostanziali rinnovamenti, è ancora possibile leggerne la cultura: gli edifici barocchi e neoclassici, i palazzi del potere realizzati nel Ventennio che convivono con brani di architetture minori e con luoghi di culto di antica fondazione.
Poco è dato sapere sulle origini, certamente collegate al declino della vicina Arpi. I primi documenti risalgono alla dominazione normanna – e in riferimento a una chiesa di S. Maria dipendente dalla diocesi di Troia - ma soprattutto al periodo svevo, quando Federico II vi fece erigere il Palazzo Imperiale (1223) cogliendo il ruolo centrale che la città svolgeva rispetto al territorio.
Con l'avvento degli angioini Foggia continuò a crescere e lo stesso Carlo I d'Angiò la considerò residenza prediletta, facendovi costruire una nuova reggia. Ulteriore sviluppo si ebbe con gli aragonesi, che nel 1447 istituirono la Dogana della mena delle pecore, volta a tassare il passaggio delle greggi dall'Abruzzo alle piane del Tavoliere: tale scelta, pur portando alle casse dell'erario ingenti cespiti, condizionò per i secoli successivi lo sviluppo dell'agricoltura, a causa delle 'terre sode' (così si definivano quelle destinate al pascolo) e del progressivo impaludamento della pianura. Di questo periodo (1456) è il primo grande terremoto che arrecò notevoli danni all'abitato. Ai disastri naturali si aggiunse il malgoverno spagnolo, che nel XIV secolo portò alla rivolta delle popolazioni; nel 1731 un altro terremoto distrusse quasi completamente Foggia. Con il definitivo declino di Troia e della relativa diocesi, la città divenne sede vescovile nel 1855 e, con l'Unità d'Italia e l'abolizione definitiva della Dogana, iniziò un'opera di rinnovamento.
La distruzione pressoché totale operata dai bombardamenti della seconda guerra mondiale ha lasciato una città tutta da ricostruire. Nonostante i sostanziali rinnovamenti, è ancora possibile leggerne la cultura: gli edifici barocchi e neoclassici, i palazzi del potere realizzati nel Ventennio che convivono con brani di architetture minori e con luoghi di culto di antica fondazione.
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