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Caltagirone

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Caltagirone (CT)
Quando si parla della città di Caltagirone, nella memoria di ogni siciliano si accendono i colori più vari, che prendono le forme di manufatti di terracotta. A Caltagirone, infatti, la tradizione delle ceramiche ha origini antichissime, che nei secoli sono state affinate e caratterizzate dall'influsso degli arabi prima e dei catalani poi. La città è giunta ai nostri giorni conservando questa impronta e alimentando la tradizione con nuove elaborazioni: tra gli ultimi e più evidenti contributi, il rivestimento dei seicenteschi gradini della scala del Monte, effettuato nel 1953. Questa tradizione è continuamente leggibile nelle strade della cittadina, dove balaustre, vasi, inserti, decori e indicazioni turistiche esprimono il linguaggio policromo delle ceramiche. Oggi quest'arte attraversa una fase di grande vitalità, forte di nuovi impulsi che provengono da un'attenta offerta turistica, collegata a numerose attività culturali: l'istituto d'arte della Ceramica e il Museo omonimo, con il loro patrimonio culturale, sono affiancati dalla mostra sui presepi (a Natale) e sui fischietti di terracotta (a Pasqua). Situata in posizione strategica per il controllo delle vaste pianure di Catania e di Gela, Caltagirone fu abitata già nella preistoria, come attestano numerosi ritrovamenti archeologici che indicano la presenza dell'uomo fin dall'età del Bronzo, mentre degli arabi è memoria il castello, a nord della chiesa di S. Maria del Monte. Ruggero il Normanno la conquistò nel 1090, aiutato da una colonia di liguri già insediati dal 1038-40. Divenuta città demaniale, protetta da mura, tra il XII e il XVII secolo si strutturò assumendo la forma di un'aquila con le ali spiegate, ripresa nello stemma della città. Lo schema cruciforme (individuabile nei due assi di via Principe Amedeo-scala del Monte e corso Vittorio Emanuele-via S. Sofia) venne definito nel '600 e il centro nevralgico dell'abitato fu il piano di S. Giuliano, dove all'omonima chiesa normanna si affiancarono la casa Senatoria, oggi galleria Luigi Sturzo, e la Corte capitaniale. Sconvolta dal terremoto del 1693, Caltagirone fu ricostruita su se stessa con il contributo dei più noti architetti siciliani: demolite le mura e le porte, orientò la sua crescita verso sud, a discapito delle aree centrali, che dovettero attendere i primi decenni del XX secolo per assistere a nuovi interventi. Nel 2002 la città è stata dichiarata Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco. L'itinerario di visita proposto parte dall'ingresso alla città antica. Superato sulla sinistra il giardino pubblico e il primo impatto con la maiolica policroma, si raggiunge il Teatrino, le cui scale conducono al Museo della Ceramica. Poco più avanti, sulla destra, una splendida balconata settecentesca del ceramista Benedetto Ventimiglia. Dopo il "Tondo vecchio" (una costruzione scenografica, disegnata nel XVIII secolo da Francesco Battaglia e rimaneggiata un secolo dopo, costituita da una cavea semicilindrica a gradoni), s'incontrano il carcere borbonico, oggi Museo civico, e la piccola chiesa di S. Agata, sede della confraternita dei ceramisti. Poco più avanti si apre piazza Umberto I, con l'antico Monte delle Prestanze, collegata alla successiva piazza del Municipio, con la quale forma il cuore della città, da due strade: via Duomo, su cui prospettano il Duomo e la Corte capitaniale, e via Principe Amedeo. Superato il Municipio si scorge la scenografica scalinata di S. Maria del Monte. Per via Luigi Sturzo si torna in piazza del Municipio per proseguire in corso Vittorio Emanuele, con numerosi palazzi nobiliari, in fondo al quale sorge la chiesa di S. Giacomo. Una visita a parte merita il Cimitero monumentale, progettato dall'architetto Giambattista Nicastro nel 1866: la realizzazione in stile gotico è di notevole interesse, malgrado l'opera sia rimasta incompiuta.