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Brescia

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Brescia (BS)
L’importanza della città, in Lombardia seconda solo a Milano per numero di abitanti e peso economico, è frutto di una lunga storia legata a una posizione geografica felice: sulla strada che unisce Milano a Venezia e all’incontro della val Trompia con la pianura padana, in un’area di miniere di ferro e industria metallurgica ‘ante litteram’. Oggi la stratificazione storica della città - romana, longobarda, medievale, rinascimentale, novecentesca - si legge passeggiando con piacere tra i suoi straordinari monumenti e negli altrettanto fascinosi musei, dal Tempio Capitolino alla Loggia, dal percorso nel complesso di S. Giulia ai capolavori della Pinacoteca Tosio Martinengo. Dal Castello si indaga la forma della città in variabili prospettive. Il monastero di S. Giulia è tutelato come Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco nell’ambito del sito seriale dei luoghi del potere longobardo in Italia. Abitato dai galli cenomani (VI-V secolo a.C.) l'insediamento alle pendici del colle Cidneo venne attratto presto (III-II secolo a.C.) nella sfera d'influenza romana: nell'89 a.C. Brixia cominciò a definire il proprio assetto urbanistico a partire dall'area del foro. Al I secolo d.C. risale la costruzione dei principali monumenti della città romana. Nell'età del ducato longobardo il centro si spostò a ovest, stabilendosi, intorno al 650, nell'area oggi occupata da piazza della Vittoria mentre nel corso del medioevo il potere religioso e civile andò organizzandosi attorno alla Rotonda e al Broletto. Esauritasi l'epoca comunale, per quasi due secoli Brescia conobbe un tumultuoso alternarsi di signorie. Con la pace di Ferrara passò infine alla Repubblica veneta, il cui pacifico dominio durò per oltre tre secoli e mezzo. La lunga pace favorì lo sviluppo dell'industria delle armi e dei tessuti e insieme il fiorire di una ben delineata identità artistica, attenta alle suggestioni di Venezia ma fedele alla declinazione 'lombarda' del Rinascimento. La peste e il declino della Serenissima segnarono il Seicento. Ribellandosi al trattato di Campoformio che l'assegnava all'Austria, Brescia visse con fervore l'età rivoluzionaria e napoleonica e forte fu anche il suo contributo al Risorgimento nazionale. Nel '900 l'intenso sviluppo economico si accompagnò alla crescita demografica.