La «dotta», sede dell’università fondata nel 1088, è anche capoluogo del gusto in virtù della ricchezza agricola di cui è circondata. Dalle pianure popolate di allevamenti e campi coltivati provengono la Mortadella di Bologna Igp, la patata di Bologna Dop, l’Asparago Verde di Altedo Igp e il vino Doc Monturi del Reno. Tra il Panaro e l’Ìdice si entra nella zona della Doc Colli Bolognesi (con 7 sottodenominazioni geografiche), che vanta la Docg dell’autoctono bianco pignoletto, mentre verso la Romagna dominano l’Albana Docg e le Doc Colli d’Imola. Dalla parte opposta, verso Modena, vi passa anche la Strada dei Vini e dei Sapori «Città, castelli, ciliegi» che offre paste fresche, salumi, funghi, tartufi e castagne. Verso l’Appennino s’incontrano Savigno, Città del tartufo (bianco) celebrato in una sagra autunnale, Castel di Casio, nota per i funghi ipogei dell’alta valle del Reno e Castel del Rio, città del Marrone Igp e del marron glacé. In città si gustano i sapori più tradizionali nei locali storici, come il Pappagallo e il Zanarini, citati anche nel Giardino dei Finzi-Contini, o nelle popolari «pizzicherie». Portabandiera della cucina bolognese è il tortellino artigianale, lavorato secondo l’antica ricetta depositata presso la Camera di Commercio. A lui si affiancano lasagne, il fritto e la pinza (dolce contadino descritto per la prima volta nel 1644).