Elegante cittadina in una verde conca della media valle Brembana, deve la sua fama e la sua caratteristica di ‘ville d’eau’ - importante stazione di cura e soggiorno - alle sorgenti di acque minerali in grande auge tra la fine dell’800 e l’inizio del ’900. Oltre il fiume prospetta la lunga fronte del Grand Hôtel, progettato nel 1905 in stile liberty da Romolo Squadrelli e Luigi Mazzocchi. Gli stessi architetti, sempre all’inizio del ’900, costruirono sul pendio opposto e al termine di un viale alberato il palazzo della Fonte e l’ex Casinò municipale (oggi sede di congressi e manifestazioni culturali), edifici di esuberante gusto floreale collegati tra loro da un portico attrezzato; particolarmente fastosa, nel palazzo della Fonte, la Sala Bibite affrescata in stile ‘pompeiano’. Nella parte bassa dell’abitato, la settecentesca parrocchiale di S. Pellegrino ha interno riccamente decorato a stucchi e dietro l’altare maggiore un grande dipinto attribuito a Pietro Longhi (Condanna di S. Pellegrino). Il Museo brembano di Scienze naturali, ospitato all'interno di Villa Speranza, è nato dal ritrovamento di importanti reperti paleontologici del Triassico. Dal paese si sale alle Grotte del Sogno, complesso carsico ricco di stalattiti e stalagmiti.