La celebre abbazia fu costruita intorno alla metà del XII secolo dai Cistercensi sulle strutture di una preesistente abbazia benedettina. Divenne presto un importante centro religioso, artistico e culturale, dove soggiornarono l’abate Gioacchino e personaggi di primo piano, come Luca Campano, che fu abate dal 1192 al 1202, quando venne nominato arcivescovo di Cosenza. Nel 1220 i Cistercensi, in seguito ad alcuni movimenti tellurici che ne avevano reso precaria la struttura, ottennero l’autorizzazione papale a spostarsi nella vicina abbazia di S. Maria della Matina, ma il vecchio complesso non venne abbandonato, perché gli stessi religiosi, memori della bellezza del luogo, utilizzarono l’antica casa come soggiorno estivo. La visita dell’imperatore Carlo V, ben lungi dal costituire un elemento positivo per il prestigio e le ricchezze del convento, segnò, invece, l’inizio di un inesorabile declino. Nel 1561 l’abbazia appariva come un ostello in cui accadeva di tutto: per questo la frana che distrusse buona parte della chiesa e della zona conventuale venne vista come un castigo divino. Ogni intervento successivo, a partire dal 1580, non servì a riportare l’abbazia agli antichi splendori. Nel 1780, Ferdinando IV soppresse l’ordine cistercense e nel 1803 le strutture superstiti furono vendute ai privati.