Dedicata ai soldati Severo, Severiano, Carpoforo e Vittorino martirizzati perché si erano rifiutati di adorare la statua di Esculapio; un'altra versione racconta di cinque scultori dalmati uccisi da Diocleziano perché non avevano voluto scolpirla. Il luogo di culto, di cui si hanno notizie dalla fine del sec. VI, fu ricostruito da Pasquale II nel 1111 e dotato del chiostro e dell'oratorio di S. Silvestro a cavallo tra il sec. XII-XIII. L'interno basilicale, diviso in tre navate da colonne antiche di granito con capitelli corinzi e compositi, presenta in alto matronei con colonne e capitelli ionici sormontati da pulvino e, nella nave mediana, un pavimento cosmatesco; il soffitto ligneo a cassettoni (sec. XVI) venne fatto eseguire dal cardinale Enrico del Portogallo. Al termine del colonnato di sin. è addossato al pilastro un ciborio che è attribuito ad Andrea Bregno o a Luigi Capponi. Al sec. XIV risalgono i resti di affreschi dell'interno, mentre al 1246 gli affreschi del vicino oratorio di S. Silvestro, opera di pittori bizantineggianti; la soprastante decorazione a stelle e croci, con cinque maioliche, è l'unico esempio di questo tipo a Roma. Nel vano antistante l'oratorio è stato ritrovato un raro calendario liturgico del sec. XIII: rappresenta figure umane che simboleggiano i mesi dell'anno, stagliate su fondo blu realizzato con la preziosa azzurrite.