La chiesa di S. Zanipòlo, come si chiama ‘alla veneziana’, da metà ’400 luogo dei solenni funerali dei dogi (ve ne sono sepolti molti), è con i Frari il più grandioso esempio di architettura religiosa gotica in città, vero pantheon delle glorie della Serenissima. Costruita dai Domenicani tra il 1246 e il 1430, insieme all’attiguo convento, ha facciata trecentesca nella parte inferiore, scandita da profonde arcate cieche e dominata dal portale di Bartolomeo Bon (1459-61), ad arco ogivale su colonne provenienti da Torcello. Il fianco è mosso dai volumi variamente sporgenti delle cappelle. Alla testata del transetto, forata da un finestrone gotico, si addossa l’ex Scuola di S. Orsola, per cui il Carpaccio dipinse il celebre ciclo di teleri ora alle Gallerie dell’Accademia. Splendide le absidi tardogotiche poligonali, con lunghi finestroni trilobati. Nell’interno, di inusitate proporzioni – oltre 100 m di lunghezza e 32 di altezza – a tre navate divise da dieci enormi pilastri cilindrici e cinque cappelle absidali aperte sul transetto, si succedono opere d’arte, tra cui vari monumenti di dogi e altre personalità illustri. Di eccezionale valore, in controfacciata, il monumento al doge Pietro Mocenigo (m 1476) di Pietro Lombardo (1476-81); sulla parete sinistra del presbiterio, il monumento al doge Andrea Vendramin (m 1478), capolavoro di Pietro e Tullio Lombardo, e il gotico monumento al doge Marco Corner (m 1368), con statue della Madonna e di santi opera di Nino Pisano; lungo la navata sinistra, alla terza campata, i monumenti al doge Tomaso Mocenigo (m 1423), di artisti toscani, e al doge Nicolò Marcello (m 1474) di Pietro Lombardo.<br>Nella navata destra, al 2° altare, il polittico di S. Vincenzo Ferrer è opera attribuita a Giovanni Bellini, con irrisolte controversie estese anche alla datazione; al fondo della navata si apre la fastosa cappella di S. Domenico (Andrea Tirali, 1690-1716), sul cui soffitto intagliato e dorato trionfa una Gloria di S. Domenico di Giovanni Battista Piazzetta (1725-27). Nel transetto destro sono splendide le vetrate del finestrone a trafori gotici; all’angolo destro della parte di fondo, l’Elemosina di S. Antonio di Lorenzo Lotto (1542). Al fondo del transetto sinistro, nella cappella del Rosario, sono custodite al soffitto e alla parete quattro tele del Veronese. Lungo la navata sinistra (sotto l’organo) è un trittico di Bartolomeo Vivarini (1473).