Capolavoro dell’architettura barocca di Baldassarre Longhena, emerge con la sua grandiosa cupola emisferica nel paesaggio di Venezia del quale, posta com’è all’imbocco del Canal Grande, è uno dei cardini. Fu costruita dopo la fine della peste del 1630 e realizzata nel 1631-87: dal 1681, ogni 21 novembre, vi si celebra una solenne festa con la processione che da S. Marco raggiunge la Salute passando il Canal Grande su un ponte di barche lanciato all’altezza del campo di S. Maria del Giglio.<br>Il tempio risulta dalla composizione del corpo maggiore a pianta centrale ottagonale, con deambulatorio continuo su cui s’innestano sei cappelle e soprastante cupola emisferica, e del presbiterio, dilatato nelle absidi laterali e coronato anch’esso da cupola e campanili. All’esterno, morbidi contrafforti a voluta raccordano magistralmente alla cupola il volume ottagonale scandito dall’aggetto delle cappelle, mentre uno stuolo di statue accompagna la Vergine vestita da Capitana da mar, posta sulla lanterna alla sommità, suggestiva trasposizione del culto mariano nella celebrazione di Venezia. L’interno, solenne e luminoso, guida l’attenzione al fastoso altare maggiore, progettato da Longhena e realizzato da Josse Le Court, che incornicia una venerata icona di arte greco-bizantina, portata da Candia nel 1672; lo sormonta il gruppo scultoreo con la Madonna con Bambino che guarda Venezia inginocchiata ai suoi piedi, in atto di ringraziamento per la cessazione della peste. Al 3° altare del lato sinistro è la Pentecoste di Tiziano (1546 circa). In sagrestia si conservano importanti opere ancora di Tiziano (all’altare, S. Marco in trono con i Ss. Sebastiano, Rocco, Cosma e Damiano, 1512; sul soffitto, i più tardi, 1543 circa, Sacrificio d’Abramo, Davide e Golia e Caino e Abele) e del Tintoretto (Nozze di Cana, 1561, sulla parete a destra dell’altare).