Fu costruita, forse dai vittorini, nel primo ventennio del XII secolo sopra un ipogeo paleocristiano dove, secondo la tradizione, sarebbe stato sepolto san Lussorio, qui martirizzato durante le persecuzioni di Diocleziano del 304. Il sito rientra nell’area cimiteriale extraurbana di Forum Traiani (Fordongiànus). Del primitivo impianto romanico, di influenze provenzali, la chiesa, costruita in blocchi di vulcanite, conserva il fianco nord e l’abside. Interessante, sul basamento, un ciclo di bassorilievi di discusso significato raffiguranti un personaggio maschile, una mandria con pastori e un combattimento tra cavalieri; nell’abside, corteo di uomini e donne. Uno degli altorilievi, assai consunto dal tempo, sembra raffigurare persone che ballano un’antica danza sarda. Il fianco sud, crollato insieme all’originaria volta a botte, fu ricostruito fra il 1250 e il 1270 mentre la facciata, con portale gotico-aragonese, è un rifacimento ancora più tardo (XV secolo). Dall’interno, si può accedere all’ipogeo dove sarebbero stati deposti i corpi dei martiri Lussorio e Archelao. Formato da un lungo corridoio con un ambulacro laterale, presenta copertura con volta a botte e conserva ancora tracce di affreschi e di mosaici pavimentali databili ai secoli IV e V. Il 21 agosto vi si svolge la festa in onore di S. Lussorio, con cerimonie religiose, gare di poesia in lingua (limba) sarda e di abilità equestre.