Un'oasi di silenzio è largo S. Marcellino, al fondo dell'omonimo vico, sul quale prospettano la facciata della chiesa, nata dall'unificazione di due monasteri femminili, e il fianco di quella dei Ss. Severino e Sossio. All'interno si distende una decorazione settecentesca che s'impone per la raffinata policromia dei marmi (su disegno di Luigi Vanvitelli) e l'eleganza degli intagli lignei delle gelosie, strettamente collegati a quelli seicenteschi del soffitto (privo dei dipinti ora in deposito); di grande rilievo è l'ancona dell'altare maggiore, ornata da statue e marmi commessi di Dionisio Lazzari (1666). Il chiostro annesso, aperto al mare e con i pilastri del portico a reggere la terrazza, ben rappresenta la tipologia conventuale napoletana della Controriforma; nei locali dell'ex convento, il Museo di Paleontologia e di Geologia dell'Università raccoglie oltre 50 000 reperti.