Il santuario domina le vallate portorine; solo la cappella dell’Apparizione e la sezione inferiore del campanile testimoniano un impianto romanico. L’edificio maggiore, edificato a metà Quattrocento, presenta all’interno, ripartito in tre navate da colonne in pietra scura, alcuni tra i più preziosi cicli pittorici dell’Imperiese: eseguiti, nella navata sinistra e nell’abside corrispondente, nel Cinquecento da Pietro Guidi (Passione di Gesù) e nel 1498 da Gabriele della Cella (storie di S. Giacomo), mentre si devono a Tomaso e Matteo Biazaci (fine secolo XV) gli affreschi (Giudizio finale, Le pene dei dannati, storie di S. Giovanni Battista) nella navata e nell’abside destre.